Sabato 14 giugno si celebrerà l'undicesima Giornata Mondiale del Donatore di Sangue, istituita nel 2004 dall'Organizzazione Mondiale della Sanità in concomitanza con l'anniversario della nascita di Karl Landsteiner, scopritore dei gruppi sanguigni e coscopritore del fattore Rhesus.
Tema scelto per l'edizione di quest'anno è "Sangue sicuro per salvare le madri", che si pone l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzio
ni sull'importanza di garantire sempre e ovunque l'accesso al sangue e ai suoi componenti per prevenire i decessi materni, provocati da complicazioni legate al parto o per forti sanguinamenti durante o dopo il parto.
Si tratta di un fenomeno diffuso soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, specialmente nell'Africa subsahariana (dove si registra il 50% dei casi) e nel Sud-est asiatico (un terzo dei decessi) e che riguarda in particolare le adolescenti al di sotto dei 15 anni.
Le principali manifestazioni promosse dall'Organizzazione Mondiale della Sanità si terranno a Colombo, nello Sri Lanka, ma come sempre anche AVIS si farà diretta portavoce di questo messaggio, promuovendo iniziative ed eventi su tutto il territorio nazionale.
Sono decine, ogni settimana, le telefonate che arrivano al Numero Verde di AVIS Nazionale da persone che sono in cerca di sangue per i loro parenti, ricoverati in ospedale e in attesa di delicati interventi chirurgici.
Si tratta soprattutto di figli o nipoti preoccupati per le sorti dell'anziana mamma o nonna, ma in molti casi anche di mariti o mogli di giovani coniugi. Ci chiamano perché il personale degli ospedali, dove sono ricoverati i loro congiunti o amici, chiedono loro di reperire sangue ed emocomponenti per il parente ricoverato. Altrimenti, spiegano, l'intervento non si potrà fare.
Senza peraltro tener conto della compatibilità per il gruppo sanguigno tra ammalato e possibile donatore.
Ci chiamano in buona fede, non sapendo che in Italia esiste una normativa in materia trasfusionale chiara e precisa, che dovrebbe invece essere conosciuta dagli operatori, che prevede come unica forma di donazione quella anonima, volontaria, periodica e gratuita.
di Cinzia Vastarella (latina Oggi del 18 settembre 2010)
Il corretto comportamento dei sanitari prevede che il personale ospedaliero si rivolga al centro di raccolta sangue più vicino, specificando, tramite fax o telefono, quante unità di sangue occorrono e di quale gruppo sanguigno.
«Tutto ciò è altamente scorretto – denunciano i responsabili dell’AVIS di San Felice Circeo – perché si approfitta dello stato di ansia e di apprensione dei parenti del paziente, sottoponendoli quasi ad una sorta di ricatto psicologico». Per info i cittadini possono rivolgersi al presidente Francesco De Prosperi, al numero 368 3622294.