NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili. Alcuni di questi cookies sono necessari per il corretto funzionamento del sito, se non volete riceverne potete modificare le impostazioni del vostro browser, cliccando sul link "Leggi di più"  trovate l'informativa., chiudendo questo disclaimer o proseguendo nella navigazione ne accettate l'uso.

San Felice Circeo

FAQ

Questo è un elenco delle F.A.Q. (Domande Frequenti) che ci vengono di solito rivolte.


  1. Cosa è l'AVIS?

     

  2. Perchè scegliere AVIS?

     

  3. Non posso donare il sangue, ma vorrei comunque essere utile all'AVIS: cosa posso fare?

     

  4. Cosa devo fare se scopro di avere una malattia dopo aver donato sangue?

     

  5. E' possibile fare domande o ritirarsi anche durante la donazione?

     

  6. Che cos'è il sangue? E donandolo, a chi salvo la vita?

     

  7. Quali sono le Funzioni del sangue?

     

  8. Come si conserva il sangue?

     

  9. Ogni anno sento parlare di carenza estiva, ma non ci pensano i donatori?

     

  10. Con quale denaro funziona l'AVIS?

     

  11. Perché i donatori dell'AVIS sono periodici?

     

  12. Quali vantaggi ho ad iscrivermi all'AVIS?

     

  13. Quali sono gli esami obbligatori ad ogni donazione e controlli periodici?

     

  14. La privacy dei risultati delle mie analisi è garantita?

     

  15. Bisogna essere a digiuno per donare sangue?

     

  16. Per le donne (già soggette alla perdite del ciclo mensile) donare sangue non è dannoso?

     

  17. Donare sangue è dannoso per la salute?

     

  18. Per quale motivo le persone che pesano meno di 50 Kg non possono donare sangue?

     

  19. Sono una donatrice in stato di gravidanza, posso continuare a donare?

     

  20. Chi assume farmaci può donare sangue?

     

  21. Chi è allergico ai farmaci può donare sangue?

     

  22. Sottoporsi a vaccinazioni o profilassi antimalarica comporta non idoneità alla donazione di sangue?

     

  23. Quali sono le condizioni più frequenti che controindicano la donazione di sangue per un anno?

     

  24. Chi presenta comportamenti a rischio può donare sangue?

     

  25. Per quale motivo dovrei donare il mio sangue?

     

  26. Si può "Fabbricare il Sangue" in laboratorio?

     

  27. A me non importa nulla: se ho bisogno, il sangue lo pago!

     

  28. Tutti possono diventare donatori?

     

  29. Per quali motivi potrei risultare non idoneo a diventare donatore o essere escluso dalla donazione?

     

  30. Che cos'è l'autotrasfusione?

     

  31. Quando devo autoescludermi?

     

  32. Cos'è la donazione di plasma mediante aferesi?

     

  33. Quanto tempo si deve aspettare dopo una vaccinazione?

     

  34. Quanto tempo deve passare dopo essere stati dal dentista?

     

  35. E dopo un intervento chirurgico?

     

  36. Perché dopo il parto bisogna aspettare almeno 1 anno prima di poter donare e dopo l'interruzione di gravidanza 6 mesi?

     

  37. Perché non si può donare dopo aver viaggiato in Paesi tropicali negli ultimi 3 mesi?

     

  38. Perché chi viaggia in zone malariche non può donare per 6 mesi?

     

  39. Perché chi ha fatto un tatuaggio, il piercing, l'agopuntura in ambiente non medico non può donare per 4 mesi?

     

  40. I candidati alla donazione che hanno ricevuto delle trasfusioni di sangue negli ultimi 4 mesi non possono donare. Perché?

     

  41. Perché i soggetti che in passato hanno avuto l'epatite virale, non possono donare?

     

  42. E la sifilide?

     

  43. Perché chi fa o ha fatto uso di droghe maggiori (cocaina, eroina, ecstasy, ecc.) anche se non per via endovenosa non può donare il sangue?

     

  44. Perché le persone che hanno avuto rapporti sessuali con soggetti a rischio (omosessuali senza partner stabile, tossicodipendenti, prostitute) non possono donare il sangue?

     

  45. Tutto quello che è bene sapere prima di donare.

     

  46. Consigli utili alla donazione.

     

  47. Qual è il percorso del sangue donato?

     


 

1. Cos'è l'AVIS?

L'AVIS è la più grande associazione italiana di donatori di sangue ed è presente su tutto il territorio nazionale. Conta più di 900.000 iscritti e raccoglie l'80% del fabbisogno nazionale di sangue.

 

indietro

 

2. Perché scegliere AVIS?

 

Avere un servizio trasfusionale efficiente e sicuro è un diritto di tutti i cittadini ed è il nostro obiettivo primario. Per questo i volontari AVIS donano il sangue a intervalli regolari e sono sottoposti a costanti monitoraggi del proprio stato di salute.

 

indietro

 

3. Non posso donare il sangue, ma vorrei comunque essere utile all'AVIS: cosa posso fare?

 

Anche se per qualsiasi motivo non ti è possibile donare il sangue, puoi fare molto per aiutarci: piccoli gesti di poco, ma prezioso impegno, oppure un volontariato più intenso.
Ad esempio, se non puoi donare in prima persona, prenditi l'impegno di farlo fare a qualcun'altro al tuo posto: un amico, un parente, il partner, un figlio, un collega, ti ascolterà! Accompagnalo al Centro Trasfusionale in una giornata di prelievo.
Se, invece, hai del tempo da dedicare all'AVIS, fatti avanti: ti aspettiamo a braccia aperte!
Infatti l'AVIS (lo dice il nome stesso) è un'associazione di volontari, persone che si impegnano quotidianamente per raggiungere lo scopo di aumentare le donazioni di sangue.
Per fare questo i nostri volontari si impegnano in tutte le mansioni: dall'attaccare i francobolli sulle lettere di chiamata ai donatori, a rispondere al telefono per dare informazioni, dal contattare gli ospedali ed i gruppi di donatori, all'organizzare manifestazioni e campagne di sensibilizzazione, dall'andare nelle scuole a fare informazione all'amministrare l'associazione. Ce n'è per tutti i gusti: il volontario in AVIS è il cuore ed il motore dell'associazione, per questo è anche continuamente aggiornato, un volontario-professionista.

Sei ancora lì? Cosa aspetti? Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. !!!

 

indietro

 

4. Cosa devo fare se scopro di avere una malattia dopo aver donato sangue?

 

Esiste il rischio che il donatore doni in un momento in cui la presenza di un agente infettivo non sia rilevabile né dalla visita clinica né dalle analisi di laboratorio (periodo di incubazione, periodo di finestra diagnostica).
Questo vale per le epatiti virali e per l'infezione da HIV, ma anche per altre malattie (morbillo, varicella, mononucleosi) che possono diventare pericolose se trasmesse a soggetti immunodepressi, quali malati ematologici e oncologici.
Pertanto è importante che il donatore comunichi tempestivamente all'AVIS, o al Centro Trasfusionale, eventuali malattie insorte nei giorni successivi alla donazione per consentire al personale del Servizio Trasfusionale di prendere i provvedimenti del caso: eliminazione dell'unità donata se ancora disponibile, controllo e monitoraggio del donatore e del ricevente.

 

indietro

 

5. E' possibile fare domande o ritirarsi anche durante la donazione?

Il donatore in ogni momento può chiedere ulteriori chiarimenti: il personale volontario dell'AVIS ed il personale del servizio trasfusionale forniranno al donatore tutte le informazioni relative all'attività di donazione.
Il donatore, dopo aver preso tutte le informazioni che ritiene necessarie, è libero di ritirarsi o di rinviare la donazione in qualsiasi momento e può decidere se giustificare o no la sua scelta. In caso di donazione iniziata o completata, l'unità sarà eliminata.
E' preferibile, comunque, chiarire con il medico il motivo della propria decisione.

 

indietro

 

6. Che cos'è il sangue? E donandolo a chi salvo la vita?

 

Il sangue è un fluido viscoso che costituisce circa il 5-7% del volume corporeo. Nel nostro organismo ne circolano, in media, 4/5 litri. Al suo movimento e alla sua efficienza è legata la nostra vita. Si divide in una parte corpuscolata ed una liquida.

 

Globuli rossi
Globuli bianchi
Piastrine

La parte liquida comprende:

Plasma (liquido costituito da acqua per il 90%, da proteine per il 6-8% e da elettroliti per il 2-4%)
Per la loro funzione vitale il sangue e i suoi componenti trovano un ampio impiego terapeutico, vengono infatti utilizzati per la cura di numerose patologie e in alcuni casi di emergenza rappresentano un rimedio indispensabile per la salvezza della vita del paziente.

Parte corpuscolata:

Globuli rossi (eritrociti o emazia): hanno la funzione di trasportare l'ossigeno ai tessuti eliminando l'anidride carbonica, grazie a una proteina in loro contenuta, l'emoglobina. Presiedono alla regolazione dell'equilibrio acido-base del sangue. Sono costituiti per il 65% di acqua e per il 35% di sostanze solide (95% di emoglobina e 5% di lipidi, enzimi).
Posseggono sulla loro superficie gli antigeni dei gruppi sanguigni.
Il numero dei globuli rossi, di media, va da 4,2 a 6 milioni per millimetro cubo.

Sono trasfusi in caso di grave anemia conseguente a:

Tumori solidi
Leucemie
Em orragie acute
Interventi chirurgici
Difetti congeniti come la talassemia
Globuli bianchi: o leucociti, hanno una funzione di difesa dell'organismo. Alcuni servono a distruggere le sostanze estranee penetrate nell'organismo; altri servono alla formazione di anticorpi.
Sono divisi in Granulociti, Linfociti e Monociti.
I valori normali vanno da 4.000 a 10.000 per millimetro cubo.
Piastrine sono i più piccoli elementi del sangue. In un millimetro cubo si trovano circa 300.000 piastrine. La loro durata media è brevissima: 3-5 giorni. La loro funzione è importante nella coagulazione del sangue.

Sono trasfuse in caso di riduzione numerica conseguente a:

leucemie o tumori solidi.

La parte liquida:

Il plasma e i suoi derivati
Il plasma rappresenta la componente liquida del sangue, grazie alla quale le cellule sanguigne possono circolare.
Il plasma è costituito prevalentemente da acqua (90%), nella quale sono disciolte e veicolate molte sostanze quali proteine, zuccheri, grassi, sali minerali, ormoni, vitamine, anticorpi e fattori della coagulazione.
Il plasma, congelato subito dopo il prelievo e scongelato al momento della trasfusione, è utilizzato in casi rari, ma di estrema gravità clinica come deficit di fattori della coagulazione.
I farmaci plasmaderivati (albumina, immunoglobuline generiche e specifiche, fattori della coagulazione) sono, invece, il risultato della lavorazione industriale del plasma e costituiscono, in alcuni casi, dei farmaci salvavita.

Le principali indicazioni sono:

Emofilia
Malat tie del fegato
Deficit immunologici
Profilassi delle infezioni (come tetano ed epatite B)

 

indietro

 

 

7. Quali sono le Funzioni del sangue?

 

Il sangue esercita numerose funzioni all'interno dell'organismo:

Respiratoria
scambio ossigeno/anidride carbonica

 

Nutritizia
porta a tutte le cellule le sostanze nutrienti

 

Escretrice
raccoglie i rifiuti che convoglia agli organi destinati a distruggerli

 

Termoregolatrice
distribuisce il calore

 

Regola l'equilibrio idrico
per mezzo del plasma

 

Difesa
trasporta i globuli bianchi e gli anticorpi

 

Coagulante
grazie all'azione delle piastrine e dei fattori plasmatici della coagulazione

 

indietro

 

8. Come si conserva il sangue?

 

Il sangue intero e i concentrati di globuli rossi sono conservati in appositi frigoriferi a una temperatura fra i +2°C e i +6°C, per un massimo di 35/42giorni a seconda della soluzione additiva presente nella sacca.
I globuli rossi possono essere conservati congelati a -80°C per mesi e anche per anni. I concentrati di piastrine sono conservati a temperatura ambiente (+20/22°C) per un massimo di 5/7 giorni. I concentrati di globuli bianchi devono essere utilizzati entro 12 ore dalla preparazione e conservati a temperatura ambiente.
Il plasma è congelato e, se conservato costantemente a temperatura inferiore a -30°C, può essere impiegato in un periodo massimo di 12 mesi.

 

indietro

 

9. Ogni anno sento parlare di carenza estiva, ma non ci pensano i donatori?

 

La carenza di sangue nei mesi estivi è purtroppo un dato di fatto: in Italia, ed in particolar modo nelle grandi metropoli come Roma, in questi mesi, ma sempre più anche nel corso dell'intero anno, si rilevano fortissime diminuzioni nella raccolta di sangue mentre il bisogno di emocomponenti rimane stabile o, addirittura, aumenta. La partenza per le vacanze contribuisce a interrompere i consueti flussi di raccolta.
È necessario quindi disporre di un adeguato numero di donatori periodici sui quali poter contare tutto l'anno, festività e vacanze comprese.
Per questa ragione l'AVIS, da anni ha avviato un'attività di sensibilizzazione per cercare di garantire l'afflusso dei donatori a intervalli regolari presso le strutture trasfusionali, e ridurre il ricorso alle donazioni occasionali e sostitutive.

 

indietro

 

10. Con quale denaro funziona l'AVIS?

 

L'AVIS è una associazione di volontari: nessun socio impegnato nell'associazione a qualunque titolo e con qualunque funzione, percepisce compensi. Sono stipendiati invece i dipendenti che svolgono un lavoro permanente nell'associazione.
L'AVIS sostiene economicamente la propria azione (spese per la promozione della donazione, per l'invio dei donatori alle strutture Trasfusionali e/o per la raccolta diretta delle unità di sangue, ecc.) con i rimborsi, stabiliti da un decreto ministeriale ed erogati, per convenzione, dalle Aziende Sanitarie e/o Ospedaliere.
Altre fonti di finanziamento sono costituite da contributi di Enti Locali, donazioni private e devoluzione del 5 per mille dell'IRPEF.

 

indietro

 

11. Perchè i donatori AVIS sono periodici?

 

Perché l'obiettivo primario e fondamentale è la SICUREZZA.

 

L'attività dell'AVIS è finalizzata a promuovere una donazione sicura del sangue e a rispondere efficacemente alle esigenze dei bisogni mirati e quindi programmati dei Servizi Trasfusionali, in funzione dell'obiettivo della sicurezza. L'AVIS annovera tra le proprie file solo donatori periodici cioè donatori che ad intervalli regolari si recano presso le strutture trasfusionali per donare il loro sangue.
A differenza dei donatori occasionali i donatori periodici sono molto controllati dal punto di vista medico, vengono costantemente sottoposti ad un'accurata visita e ad attenti controlli sul loro sangue e poiché la loro scelta di donare è libera, non condizionata da altri fattori come quelli emozionali, risultano molto più affidabili dei donatori occasionali. I donatori dell'AVISsono inoltre anonimi, volontari non retribuiti, responsabili.

 

Il ricorso ai donatori periodici consente inoltre:
Maggiore programmazione della raccolta del sangue
Possibile conversione dalla donazione tradizionale di sangue intero a quella differenziata mediante aferesi
Gestione anche delle situazioni di urgenze - emergenze
Di effettuare educazione sanitaria e promozione della salute

 

indietro

 

12. Quali vantaggi ho ad iscrivermi all'AVIS?

 

Un nostro slogan recita "donare sangue: una scelta per gli altri, una scelta per se stessi". A livello individuale si ha la gratificazione morale di concorrere alla soluzione di un grave problema e l'orgoglio di appartenere ad una componente attiva del volontariato socio-sanitario, decisiva per la costruzione del sistema trasfusionale. Inoltre, donare regolarmente sangue garantisce al donatore un controllo costante del proprio stato di salute attraverso visite mediche ed accurati esami di laboratorio, eseguiti ad ogni prelievo.

 

indietro

 

13. Quali sono gli esami obbligatori ad ogni donazione e controlli periodici?

 

Ad ogni donazione il donatore e il sangue prelevato sono sottoposti ai seguenti esami:
  • Esame emocromocitometrico completo
  • Transaminasi ALT con metodo ottimizzato
  • Sierodiagnosi per la Lue
  • HIVAb 1-2 (per l'AIDS)
  • HBsAg (per l'epatite B )
  • HCVAb e costituenti virali (per l'epatite C)
  • Conferma del gruppo sanguigno (AB0) e del fattore Rh
  • Alla prima donazione sono determinati:
  • ABO, Fenotipo RH completo, Kell
  • Ricerca anticorpi irregolari Anti-eritrociti

 

indietro

 

14. La privacy dei risultati delle mie analisi è garantita?

 

Il segreto medico e la legge sulla Privacy, che individua le figure; responsabili al trattamento dei dati in questione assicura la massima discrezionalità e segretezza di tutti gli aspetti sanitari e dei risultati delle analisi effettuate.

 

indietro

 

15. Bisogna essere a digiuno per donare sangue?

 

Il mattino del prelievo è preferibile essere a digiuno o aver fatto una colazione leggera a base di frutta fresca o spremute, tè o caffé poco zuccherati, pane non condito o altri carboidrati. Le donne che hanno in corso una terapia anticoncezionale non devono sospenderne l'assunzione quotidiana.

 

indietro

 

16. Per le donne (già soggette alla perdite del ciclo mensile) donare sangue non è dannoso?

 

La donazione di sangue per le donne non ha alcuna controindicazione. Tuttavia in virtù delle perdite legate al ciclo mensile le donne in età fertile possono effettuare solo un massimo di due donazioni di sangue intero l'anno. Il monitoraggio costante dell'emoglobina, effettuata prima d'ogni donazione, e del ferro, tutelano la salute delle donatrici.
Le donne sono particolarmente adatte alla donazione di plasma in aferesi che non incide assolutamente sui globuli rossi ed il ferro. E' quindi possibile integrare le donazioni tradizionali con 2 o 3 plasmaferesi all'anno.

 

indietro

 

17. Donare sangue è dannoso per la salute?

 

Grazie all'accurata selezione per un adulto sano la donazione di sangue non comporta alcun rischio.
Esistono precise disposizioni che regolano la raccolta del sangue: la quantità del sangue che è prelevata mediamente ad ogni prelievo è minima ed è stabilita per legge in 450 centimetri cubi +/- 10%.
Tra una donazione di sangue intero e l'altra devono trascorrere almeno 90 giorni.
La frequenza annua delle donazioni di sangue intero non deve essere superiore a 4 nell'uomo e a 2 nelle donne in età fertile.
I controlli e le visite periodiche effettuate a ciascun donatore prima d'ogni donazione sono uno strumento di medicina preventiva, a tutela dello stato di salute generale del donatore.

 

indietro

 

18. Per quale motivo le persone che pesano meno di 50 Kg non possono donare sangue?

 

Tutta la letteratura nazionale ed internazionale e le corrispondenti normative hanno come principale obiettivo la tutela della salute tanto del donatore quanto del ricevente.
Anche i Decreti Ministeriali attuativi della Legge trasfusionale 107/90 indicano i diversi criteri per ottenere quel risultato. In particolare negli ultimi anni si è cercato di garantire la trasfusione mirata al paziente, assicurando cioè l'elemento del sangue più adeguato per la sua cura. Per far ciò si procede con il frazionamento di tutto il sangue intero raccolto per ottenere globuli rossi concentrati, plasma, piastrine.
Ognuno di queste componenti deve però corrispondere a precisi standard sia qualitativi sia quantitativi al fine di dare la massima efficacia terapeutica al paziente. Per bilanciare quindi le specifiche necessità terapeutiche e per tutelare la salute del donatore si è arrivati a stabilire che il prelievo ideale è pari a 450 ml +/- 10%. D'altro lato numerosa letteratura indica che la quantità massima prelevabile di sangue non deve superare il 13% del volume ematico della persona. Quindi un soggetto di peso inferiore a 50 Kg potrebbe avere danni dalla sottrazione del quantitativo sopra riportato.
Prelievi di minore entità non sono, per quanto sopra esposto, accettabili perché non ci garantiscono unità trasfusionali terapeuticamente efficaci.

 

indietro

 

19. Sono una donatrice in stato di gravidanza, posso continuare a donare?

 

Secondo le attuali disposizioni normative, la sospensione delle donazioni è temporanea per tutto il periodo della gravidanza fino ad un anno dal parto.

 

indietro

 

20. Chi assume farmaci può donare sangue?

 

In linea generale il soggetto donatore deve essere sano e quindi teoricamente non dovrebbe presentare disturbi o patologie né riferire benessere solo dopo assunzione frequente o cronica di farmaci.
Chiaramente quest'affermazione è estremamente generica e va calibrata sulla singola persona ed in particolare si deve tener conto sia del tipo di farmaco assunto sia della patologia trattata. Inoltre la controindicazione alla donazione potrebbe essere determinata dall'eventuale non conoscenza precisa della causa della malattia curata.
Quindi spetta al singolo medico responsabile della selezione del donatore la valutazione attenta e specifica d'ogni specifica situazione.

 

indietro

 

21. Chi è allergico ai farmaci può donare sangue?

 

Le "Linee guida per la selezione del donatore di sangue e di emocomponenti", curate dalla Società Italiana di Medicina Trasfusionale e d'Immunoematologia (SIMTI) prevedono:
Malattie allergiche: sintomatiche sospensione nel periodo sintomatico; sospensione dei donatori con eczema locale nella sede della venipuntura.
È raccomandata la valutazione della storia donazionale per evidenziare l'eventuale allergia o intolleranza al citrato che sconsiglia la donazione in aferesi.
Terapia desensibilizzante Sospensione per 72 ore dall'ultima iniezione.
Asma: se sintomatico e in terapia sistematica Esclusione
Asma: se a-sintomatico o in trattamento profilattico per inalazione Idoneo; sospensione solo nel periodo sintomatico

 

indietro

 

22. Sottoporsi a vaccinazioni o profilassi antimalarica comporta non idoneità alla donazione di sangue?

 

I Decreti Ministeriali del 2001 prevedono quanto segue: Rinvio di quattro settimane Somministrazione di vaccini costituiti da virus o batteri viventi attenuati, quali BCG, antivaiolo, antipolio (orale), antimorbillo, antiparotite, antirosolia, antifebbre gialla. Rinvio per 48 ore La somministrazione di vaccini costituiti da virus, batteri, rickettsie uccisi o inattivati o da tossoidi, quali contro epatite B, rabbia (somministrazione profilattica), tetano, difterite, pertosse, febbre tifoide e paratifoide, colera, febbre delle Montagne Rocciose, influenza, poliomielite (iniezione), peste, comporta il rinvio della donazione per 48 ore, sempre ché i soggetti vaccinati risultino a-sintomatici e a-febbrili. Rinvio per periodi di durata variabile Malaria: presso ogni struttura trasfusionale e centro di raccolta deve essere disponibile una mappa delle zone ad endemia malarica con relativo elenco alfabetico dei Paesi interessati.
A) I soggetti che hanno vissuto in aree malariche per i primi cinque anni della loro vita hanno acquisito, presumibilmente, uno stato d'immunità che può renderli portatori a-sintomatici del parassita. Essi possono essere accettati come donatori se sono passati sei mesi dalla loro ultima visita nell'area d'endemia malarica, purché siano negativi i test immunologici riconosciuti in grado di evidenziare anticorpi anti-malarici.
Se i risultati dei test sono positivi, il soggetto è permanentemente escluso dalla donazione di cellule ematiche. Se non sono disponibili i test di cui sopra, il soggetto può essere accettato come donatore di sangue, se è trascorso un periodo, privo di sintomi, di almeno 3 anni dall'ultima visita nell'area d'endemia.
B) Tutti i soggetti che hanno visitato una zona ad endemia malarica possono essere accettati quali donatori, dopo un periodo di sei mesi dal ritorno, se non hanno sofferto d'episodi febbrili durante la visita o dopo il ritorno. Chi ha, invece, sofferto d'episodi febbrili può essere accettato in presenza di negatività dei test immunologici sei mesi dopo essere divenuti a-sintomatici e dopo la cessazione della terapia. Se i test immunologici non sono disponibili, il soggetto può essere accettato quale donatore soltanto dopo un periodo minimo di tre anni dal ritorno dalla zona endemica.
C) Soggetti che abbiano sofferto di malaria, diagnosticamene accertata, devono essere sospesi dalla donazione sino alla scomparsa dei sintomi e sino al termine del trattamento terapeutico.
Per i primi tre anni, essi possono donare esclusivamente plasma; in seguito, possono donare sangue intero, purché i test immunologici riconosciuti siano negativi.
D) Il periodo di quarantena e l'uso di test immunologici possono essere omessi, per quei donatori di sangue, la cui parte cellulare viene scartata e il plasma utilizzato esclusivamente per la plasmaderivazione, così da renderlo sicuro dalla possibile trasmissione di malaria.
In considerazione che il plasma liquido, quello fresco congelato e i crioprecipitati congelati non possono essere ritenuti totalmente privi d'elementi cellulari e perciò, di parassiti malarici vitali.

 

indietro

 

23. Quali sono le condizioni più frequenti che controindicano la donazione di sangue per un anno?

 

Le disposizioni contenute nel Decreto del Ministro della Sanità del 26 gennaio 2001 (Protocolli per l'accertamento dell'idoneità del donatore di sangue e di emocomponenti. Allegato 4: "Criteri di esclusione permanente e temporanea del candidato donatore ai fini della protezione della salute del ricevente"), prevedono il rinvio di un anno per:
  • Esposizione accidentale al sangue o a strumenti contaminati da sangue.
  • Trasfusione di sangue o di emocomponenti o trattamento con farmaci emoderivati.
  • Endoscopia o uso di catetere.
  • Trapianto di tessuti e/o di cellule.
  • Intervento chirurgico di rilievo.
  • Allergia ai farmaci con particolare riguardo alla penicillina (dopo l'ultima esposizione).
  • Contatto diretto con epatitici.
  • Rapporti sessuali con persone infette o a rischio maggiore d'infezione da HBV, HCV, HIV.
  • Vaccinazione antirabbica (se dopo l'esposizione).
  • Parto o interruzione di gravidanza.
  • Agopuntura
  • Piercing
  • Tatuaggi.
  • Rapporti sessuali occasionali a rischio di trasmissione di malattie infettive.

 

indietro

 

24. Chi presenta comportamenti a rischio può donare sangue?

 

L'attenzione posta negli ultimi anni al problema dei possibili rischi collegati con la trasfusione di sangue e/o di suoi derivati ha portato all'emanazione di numerose direttive nazionali ed internazionali (letteratura scientifica, indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, Raccomandazione dell'Unione Europea, Leggi e Decreti nazionali), ben sintetizzate nelle Linee guida per la selezione del donatore edite dalla Società Italiana di Medicina Trasfusionale e d'Immunoematologia e nel Decreto Ministeriale 26 gennaio 2001: "Protocolli per l'accertamento dell'idoneità del donatore di sangue e di emocomponenti", pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n° 278 del 3 aprile 2001.
In tutte viene ribadito che mai come oggi è stato così sicuro, anche se non si può considerare a rischio zero. Questo importantissimo risultato è stato raggiunto grazie al ricorso a donatori volontari, periodici, non remunerati, anonimi e responsabili, all'accurata raccolta dei dati sanitari con eventuale auto esclusione o esclusione da parte del medico, all'esecuzione di tutti i test a nostra disposizione.
È chiaro pertanto che nel momento della selezione del donatore vengono indagate tutte quelle condizioni che possono aver esposto il donatore ad un qualsiasi rischio di contrarre patologie potenzialmente trasmissibili con il sangue. Sulla base di queste considerazioni riporto quanto indicato nelle Linee guida prima citate relativamente ai criteri d'esclusione a protezione del ricevente.
Il criterio fondamentale è che non deve donare sangue o suoi componenti chi è affetto da patologie trasmissibili e chi ha avuto in un periodo precedente (diverso da caso a caso) comportamenti (volontari e non), contatti interpersonali, contatti con materiali organici, esposizione a vettori d'agenti infettanti.
E' chiaro che tutte le volte in cui il rischio prevalente è di una batteriemia transitoria sarà necessaria una sospensione per almeno 48 ore dopo la manovra o dopo la piena guarigione. Tutte le volte in cui il rischio prevalente, anche se remoto, è invece quello di una possibile infezione virale (epatite B, C, AIDS) il criterio di sospensione è quello di fare riferimento al massimo periodo finestra ragionevolmente prevedibile, fissato attualmente, anche se con eccesso di scrupolo in un anno. Di tutto quanto indicato su quest'argomento, l'aspetto critico rimane il periodo finestra (il tempo cioè intercorrente tra il contagio con un virus e la nostra capacità di evidenziarlo nel sangue) per alcune patologie trasmissibili (epatiti, AIDS) che è d'alcune settimane. Pertanto è indispensabile instaurare un rapporto di completa fiducia tra donatore e medico nel momento della compilazione del questionario e del colloquio.

 

A tal fine, nel Decreto del Ministro della Sanità del 26 gennaio 2001, si legge:

 

Inidoneità permanente: Il candidato donatore affetto o precedentemente affetto da una delle sotto elencate patologie o condizioni deve essere dichiarato permanentemente non idoneo alla donazione di sangue o di emocomponenti ai fini della protezione della salute del ricevente: comportamenti sessuali ad alto rischio di trasmissione di malattie infettive, comprese le persone che hanno avuto rapporti sessuali in cambio di denaro o di droga.

 

Esclusione temporanea: In presenza di una delle sotto elencate patologie o condizioni il candidato donatore deve essere dichiarato temporaneamente non idoneo alla donazione di sangue o di emocomponenti per un periodo di tempo di durata variabile in funzione della patologia o condizione rilevata.

 

Rinvio di un anno: Esposizione accidentale al sangue o a strumenti contaminati da sangue. Contatto diretto con epatitici. Rapporti sessuali con persone infette o a rischio maggiore d'infezione da HBV, HCV, HIV. Rapporti sessuali occasionali a rischio di trasmissione di malattie infettive. Pertanto oggi si deve parlare di comportamenti a rischio e non di categorie a rischio. Tutto questo deve chiaramente agire in un contesto di massima consapevolezza del ruolo del donatore di sangue periodico come apportatore di salute e non di patologie. Quanto sopra esposto ha chiaramente valenza generale, mentre per i casi specifici è opportuno un colloquio diretto e riservato con il personale sanitario addetto alla selezione del donatore.

 

indietro

 

25. Per quale motivo dovrei donare il mio sangue?

 

Il sangue umano è un prodotto naturale, non riproducibile artificialmente e indispensabile alla vita. In Italia è stato stimato un fabbisogno giornaliero pari a 8000 sacche.
Donare il sangue è un atto volontario e gratuito, è un dovere civico, è una manifestazione concreta di solidarietà verso gli altri, esalta il valore della vita, abbatte le barriere di razza, religione o ideologia e rappresenta uno dei pochi momenti di vera medicina preventiva. E' un atto d'estrema generosità che permette di salvare la vita d'altre persone.
Significa dire con i fatti che la vita di chi sta soffrendo mi preoccupa.
Proprio il fatto che il sangue sia raro implica la necessità di metterlo a disposizione d'altri individui che potrebbero trovarsi in situazione di bisogno. Pensa d'essere tu al loro posto.

 

indietro

 

26. Si può "Fabbricare il Sangue" in laboratorio?

 

Non è ancora possibile riprodurre il sangue artificialmente. Spesso si sente parlare di sangue artificiale, di cellule staminali e d'altri progetti di ricerca che in futuro potranno riuscire in quest'intento.
L'AVIS spera che presto questi progetti portino a dei risultati concreti e si riesca così a risolvere il problema della mancanza di sangue negli ospedali, ma questi tentativi non sono ancora riusciti a riprodurre tutte le componenti che formano il sangue.
Quindi per il momento possiamo contare solo sui donatori.

 

indietro

 

27. A me non importa nulla: se ho bisogno, il sangue lo pago!

 

Nonostante i progressi della medicina, delle scienze e della biochimica, l'uomo rimane a tutt'oggi l'unica possibile sorgente di sangue, e pertanto nessun Ospedale è in grado di assicurare alcuna terapia trasfusionale senza la preventiva disponibilità dei donatori.
Per lo stesso motivo, la disponibilità del "bene sangue" non dipende dal mercato, quindi non ha un prezzo economico; per le ragioni esposte nei punti sopra, le Istituzioni Pubbliche (Stato, Regioni, Province e Comuni) devono contribuire con campagne di sensibilizzazione verso la popolazione e fornire gli strumenti normativi per garantire la massima sicurezza possibile e l'ottimizzazione del sistema trasfusionale in tutte le sue articolazioni.

 

indietro

 

28. Tutti possono diventare donatori?

 

Chiunque abbia compiuto i 18 anni d'età e pesi più di 50 kg. può presentarsi presso una qualsiasi sede AVIS. Un medico effettuerà un colloquio, una visita, e gli accertamenti di tipo diagnostico e strumentale per verificare che non vi siano controindicazioni alla donazione.
La tutela della salute e della sicurezza sia del donatore sia del ricevente sono fondamentali.

 

indietro

 

29. Per quali motivi potrei risultare non idoneo a diventare donatore o essere escluso dalla donazione?

 

Le cause per le quali una persona può essere valutata non idonea o sospesa sono molteplici e tutte determinate dal principio di salvaguardare la salute sia del donatore sia del ricevente.
Alcuni esempi sono.
Esclusione permanente per malattie auto-immuni, cardiovascolari, del sistema nervoso centrale; neoplasie o malattie maligne; diabete insulino-dipendente; alcuni tipi di malattie infettive (epatite B, C, ad eziologia indeterminata, AIDS, ecc.), alcolismo cronico; assunzione di droghe; comportamenti sessuali ad alto rischio di trasmissione di malattie infettive; tendenza anomala all'emorragia.
Esclusione temporanea per periodi variabili da settimane ad anni in caso di: tubercolosi, toxoplasmosi, esposizione accidentale al sangue o a strumenti contaminati; trasfusione di sangue o di emocomponenti o di plasmaderivati; endoscopia, trapianto di tessuti o cellule, intervento chirurgico di rilievo; agopuntura, piercing, tatuaggi, rapporti sessuali occasionali a rischio, viaggi, vaccinazioni.
Inoltre per condizioni legate alla visita (per esempio valori di pressione arteriosa troppo alti o bassi) o agli esami effettuati (esempi, valori d'emoglobina o ferro bassi,esami del fegato elevati, positività dei marcatori virali, ecc.), ed eventualmente altro a giudizio del medico.

 

indietro

 

30. Che cos'è l'autotrasfusione?

 

L'autotrasfusione è una procedura trasfusionale che consiste nel trasfondere al soggetto unità del suo stesso sangue e si realizza con una delle seguenti modalità:
  • Pre-deposito
  • Recupero perioperatorio
  • Emodiluizione normovolemica
  • Il metodo più utilizzato è il Pre-deposito, una tecnica trasfusionale con la quale si preleva il sangue dal donatore che sarà anche ricevente, per compensare le perdite di sangue che si possono verificare nel corso interventi chirurgici programmati.
    Alcuni giorni prima dell'intervento vengono prelevate unità di sangue dal paziente, in fasi successive, fino a raggiungere la quantità prevedibilmente necessaria, in modo da consentirne l'eventuale utilizzo durante l'intervento operatorio o nel post- intervento.
  • I principali vantaggi dell'autotrasfusione sono:
  • Eliminazione delle reazioni d'incompatibilità
  • Eliminazione del rischio di trasmissione di malattie infettive
  • Riduzione del rischio d'immunizzazione da antigeni diversi, con possibili manifestazioni a distanza
  • Risparmio di sangue

 

indietro

 

31. Quando devo autoescludermi?</h3>

 

E' doveroso auto-escludersi per chi abbia nella storia personale:
  • Assunzione di droghe
  • Alcolismo
  • Rapporti sessuali ad alto rischio di trasmissione di malattie infettive (es. occasionali, promiscui, ...)
  • Epatite o ittero
  • Malattie veneree
  • Positività per il test della sifilide (TPHA o VDRL)
  • Positività per il test AIDS (anti-HIV 1)
  • Positività per il test dell'epatite B (HBsAg)
  • Positività per il test dell'epatite C (anti-HCV)
  • Rapporti sessuali con persone nelle condizioni incluse nell'elenco

 

indietro

 

32. Cos'è la donazione di plasma mediante aferesi?

 

Oggi è possibile effettuare diversi tipi di donazione: oltre a quelle tradizionale di sangue intero, si possono effettuare donazioni mirate (dette aferesi) cioè solo d'alcuni componenti del sangue e, tra questi, il plasma.
Nell'aferesi (termine greco che significa "l'atto del portar via"), attraverso l'uso di separatori cellulari, si ottiene dal sangue del donatore soltanto la componente ematica di cui si ha necessità (plasma, piastrine,...), restituendogli contemporaneamente i restanti elementi. Ciascun separatore cellulare centrifuga o filtra il sangue che defluisce da un braccio del donatore trattenendo il componente ematico necessario e restituendogli il rimanente.
Si parla di plasmaferesi se si preleva solo plasma, di piastrinoaferesi se si prelavano solo piastrine, di plasmapiastrinoaferesi se si prelavano plasma e piastrine, ecc. Una volta raccolto, il plasma viene conservato diversamente dal sangue intero e dai concentrati di globuli rossi, essendo congelato (se a temperatura inferiore a -30°C) può essere utilizzato per un periodo massimo di 12 mesi. Il sangue è composto per il 45% circa di cellule, la parte corpuscolata, e per il 55% circa di plasma, la parte liquida. Le funzioni del plasma sono numerose: mantiene costante il volume di sangue circolante, porta ai tessuti e alle cellule sostanze prevalentemente di tipo nutritivo e di regolazione (ormoni, vitamine), raccoglie tutte le sostanze di rifiuto derivanti dal metabolismo delle cellule e le elimina attraverso i reni e il sudore, interviene nei processi di difesa immunologica e nella coagulazione.

 

indietro

 

33. Quanto tempo si deve aspettare dopo una vaccinazione?

 

Sono in genere sufficienti 72 ore d'osservazione prima della donazione. Fanno eccezione le vaccinazioni con virus-vaccini vivi o attenuati (anti-febbre gialla, -morbillo, -parotite, -poliomielite) che richiedono 15 giorni, e l'anti-rosolia (28 giorni).

 

indietro

 

34. Quanto tempo deve passare dopo essere stati dal dentista?

 

È sufficiente lasciar passare almeno 48 ore per le comuni cure odontoiatriche (otturazioni, ablazione del tartaro, cure ortodontiche). In caso d'estrazioni dentarie bisogna lasciar passare almeno 7 giorni dall'estrazione ed eventualmente 15 giorni dall'ultima assunzione d'antibiotici.

 

indietro

 

35. E dopo un intervento chirurgico?

 

Gli interventi chirurgici maggiori, cioè con prognosi superiore ai sette giorni possono esporre il paziente al rischio di contrarre un'infezione ospedaliera. È pertanto necessario sospendere le donazioni per 4 mesi: questa scelta è dovuta al fatto che, tra le malattie infettive trasmissibili, l'epatite è quella con il periodo d'incubazione maggiore, che può durare fino a molti mesi. Per gli accertamenti endoscopici (colonscopia, gastroscopia, rettosigmoidoscopia, artroscopia) è necessario sospendere le donazioni per 4 mesi mentre per gli interventi chirurgici minori, cioè con prognosi sino a 7 giorni, il rischio d'infezione è minore e la sospensione è di 1 mese.

 

indietro

 

36. Perché dopo il parto bisogna aspettare almeno 1 anno prima di poter donare e dopo l'interruzione di gravidanza 6 mesi?

 

La gravidanza innesca complesse modificazioni che solo lentamente ritornano alla normalità dopo il parto. Per questo motivo, unitamente al fatto che durante la gravidanza e l'allattamento si realizza un grande consumo delle riserve di ferro, è necessario sospendere le donazioni per 1 anno. Anche l'aborto deve essere considerato a tutti gli effetti una gravidanza: in questo caso la legge prevede l'obbligo di attendere almeno 6 mesi prima di candidarsi alla donazione.

 

indietro

 

37. Perché non si può donare dopo aver viaggiato in Paesi tropicali negli ultimi 3 mesi?

 

Questo periodo di attesa è giustificato dal fatto che durante il soggiorno in Paesi tropicali è possibile contrarre malattie infettive, non comuni in Europa, con un prolungato periodo di incubazione e non evidenziabili dagli usuali test di laboratorio.

 

indietro

 

38. Perché chi viaggia in zone malariche non può donare per 6 mesi?

 

La malaria si può trasmettere attraverso la trasfusione di sangue. Non esistono attualmente test di laboratorio di comprovata efficacia, utilizzabili sui donatori di sangue, che permettano di identificare l'infezione da parassita della malaria. Per la legge la sospensione dalla donazione è di 6 mesi.

 

indietro

 

39. Perché chi ha fatto un tatuaggio, il piercing, l'agopuntura in ambiente non medico non può donare per 4 mesi?

 

È noto che queste pratiche non sono esenti dal rischio di infezioni virali specie se effettuate in ambulatori privi di efficaci controlli sanitari. Sono stati descritti casi di trasmissione di epatite o di altre malattie virali: pertanto, in ambito internazionale, è stato deciso di adottare una sospensione dalla donazione per 4 mesi nei soggetti sottoposti a queste procedure.

 

indietro

 

40. I candidati alla donazione che hanno ricevuto delle trasfusioni di sangue negli ultimi 4 mesi non possono donare. Perché?

 

Con la trasfusione di sangue si possono trasmettere i virus dell'AIDS e dell'epatite B e C. Questo accade quando i test di screening, effettuati al momento della donazione, risultano negativi perché il donatore è ancora nella "fase finestra", ossia nel periodo immediatamente successivo al momento del contagio, quando ancora non sono comparsi anticorpi rilevabili ai test.
L'esclusione è dovuta anche alla possibilità che, oltre alle malattie virali note, con la trasfusione vengano trasmessi altri virus per i quali non esistono test di screening. Il donatore periodico che è stato trasfuso ed ha eseguito periodicamente controlli che non hanno evidenziato indirettamente infezioni riferibili alla trasfusione (marcatori virali, transaminasi) può essere riammesso alla donazione dopo 4 mesi dalla trasfusione.

 

indietro

 

41. Perché i soggetti che in passato hanno avuto l'epatite virale, non possono donare?

 

Esiste la possibilità che manifestazioni come l'ittero, escluso quello del neonato, siano la spia di malattie, come l'epatite a causa ignota, provocate da virus o agenti non identificabili con i test di laboratorio attualmente disponibili, ma trasmissibili con il sangue. Le epatiti di tipo B, anche se contratte in passato, controindicano in modo definitivo la donazione in quanto non è possibile escludere con certezza la concomitanza con altri virus dell'epatite. Per quanto riguarda l'epatite C, l'infezione è molto spesso cronica ed a-sintomatica, ed una reale guarigione non può mai essere documentata. La presenza di anticorpi contro il virus dell'epatite C coesiste frequentemente con la presenza del virus stesso, e controindica la donazione di sangue.

 

indietro

 

42. E la sifilide?

 

L'esclusione dalla donazione di sangue è definitiva in quanto la sifilide è una malattia trasmissibile con il sangue e con i rapporti sessuali ed è tipica delle persone che hanno avuto contatti con persone a rischio non solo per la sifilide ma anche per altre malattie sessualmente trasmesse.

 

indietro

 

43. Perché chi fa o ha fatto uso di droghe maggiori (cocaina, eroina, ecstasy, ecc.) anche se non per via endovenosa non può donare il sangue?

 

In numerosi studi epidemiologici effettuati su coloro che fanno o hanno fatto uso di droghe maggiori è stata ampiamente dimostrata un'aumentata incidenza di malattie trasmissibili. L'associazione tra droghe maggiori e aumentata incidenza di malattie trasmissibili è dovuta non solo a trasmissione diretta, come lo scambio di siringhe, ma anche ad altri fattori di rischio (rapporti sessuali a rischio, contatti con portatori). L'uso di droghe maggiori anche assunte non per via endovenosa controindica la donazione perché, come dimostrato in alcuni studi recenti, queste sostanze possono favorire comportamenti che espongono il donatore al rischio di contrarre malattie infettive. Inoltre numerosi studi hanno dimostrato un'incidenza più elevata d'infezione da virus dell'epatite C in soggetti che hanno fatto uso di cocaina per via inalatoria dovuta all'utilizzo di uno stesso inalatore per l'uso intranasale di cocaina.

 

indietro

 

44. Perché le persone che hanno avuto rapporti sessuali con soggetti a rischio (eterosessuali o omosessuali senza partner stabile, tossicodipendenti, prostitute) non possono donare il sangue?

 

Analogamente a quanto detto per le trasfusioni di sangue esiste una fase dell'infezione (fase finestra) durante la quale non è possibile evidenziare lo stato di salute del portatore con i test di laboratorio di uso comune. I virus implicati non sono solo i virus dell'epatite e dell'AIDS, esiste la possibilità di trasmissione di altri virus non identificabili con i test di laboratorio oggi disponibili. Durante questa fase, di durata variabile e non sempre nota, è possibile trasmettere infezioni contratte con il rapporto sessuale con soggetti a loro volta portatori di malattie virali.

 

indietro

 

45. Tutto quello che è bene sapere prima di donare.

 

  • Avere un'età compresa tra 18 e 65 anni
  • Essere in buona salute
  • Pulsazioni comprese tra 50-100 battiti/min (anche con frequenza inferiore per chi pratica attività sportive)
  • Pressione arteriosa tra 110 e 180 mm di mercurio (Sistolica o MASSIMA) tra 60 e 100 mm di mercurio (Diastolica o MINIMA)
  • Non avere avuto malattie gravi in passato
  • Peso uguale o superiore a 50 Kg
  • Non avere compiuto donazioni di sangue negli ultimi 90 giorni
  • Le donne in età fertile possono donare solo 2 volte l'anno
  • Essere a digiuno dalla sera precedente (ma al mattino si possono bere tè o caffé non zuccherati o comunque fare una colazione leggera)
  • Non avere avuto malattie infettive negli ultimi 15 giorni e/o assunto antibiotici negli ultimi 15 giorni
  • Non essere stati sottoposti ad estrazioni dentarie negli ultimi 7 giorni
  • Non essere stati sottoposti ad interventi chirurgici maggiori negli ultimi 4 mesi
  • Non essere in stato di gravidanza o non avere partorito da meno di 12 mesi. Per l'interruzione di gravidanza la sospensione è di 6 mesi.
  • Non avere avuto esposizioni a rischio per malattie trasmissibili come:
  • Tatuaggi negli ultimi 4 mesi
  • Trasfusioni di sangue negli ultimi 4 mesi
  • Viaggio in zone tropicali nei 3 mesi precedenti
  • Malattie infettive: epatite virale
  • Positività per i test della sifilide (TPHA o VDRL), AIDS (anti- HIV), Epatite (HBsAg o anti-HCV)
  • Uso di droghe pesanti (anche se non per via endovenosa)
  • Uso di droghe leggere (hashish o marijuana) nell'ultimo anno
  • Rapporti sessuali con soggetti a "rischio"
  • Rapporti sessuali, anche protetti, con partner occasionali negli ultimi 4 anni
  • Rapporti eterosessuali o omosessuali a rischio

 

indietro

 

46. Consigli utili alla donazione.

 

Il mattino del prelievo è preferibile essere a digiuno o aver fatto una colazione leggera a base di frutta fresca o spremute, tè o caffé poco zuccherati, pane non condito o altri carboidrati semplici. Le donne che hanno in corso la terapia anticoncezionale non devono sospenderne l'assunzione quotidiana. Dopo il prelievo è offerto un ristoro per reintegrare i liquidi e migliorare il comfort post donazione.
Ai lavoratori dipendenti è riconosciuta per legge una giornata di riposo retribuita.

 

Prima della donazione

Il giorno precedente la donazione occorre evitare importanti sforzi fisici, un'alimentazione troppo abbondante e/o ricca di grassi perché potrebbero essere motivo di rialzo delle transaminasi con inidoneità del sangue donato; evitare di coricarsi tardi la sera e soprattutto non donare dopo aver appena terminato un lavoro notturno che possono essere motivo di abbassamento dei valori pressori, sia in corso di donazione sia in seguito. Non si devono effettuare donazioni durante il ciclo mestruale, consigliabile donare tra il 10° e il 21° giorno intermestruale. Il digiuno assoluto prima del salasso non è necessario né opportuno, salvo particolari condizioni come la necessità di effettuare esami di controllo e/o esami annuali; è ammessa una leggera colazione evitando latte o latticini, sono permessi: tè, caffé, orzo, succo o spremuta di frutta, pane, marmellata, miele, frutta fresca... ; l'acqua è sempre ammessa senza limitazioni. Avvertire il personale della sala prelievi circa eventuali allergie al cerotto o disinfettanti a base di iodio.

 

Durante la donazione

Se durante la donazione o dopo si accusa qualche malessere avvertire subito il personale del Servizio Immuno-trasfusionale presente.

 

Dopo la donazione

Comprimere con un batuffolo la zona del prelievo senza piegare il braccio. Terminata la donazione non alzarsi subito dal lettino ma restare coricato per almeno 5-10 minuti quindi restare seduti per qualche minuto e poi alzarsi in piedi. Consumare una piccola ristorazione, in sala ristoro, possibilmente restando seduti.

 

Durante la giornata di donazione

Consigliabile bere almeno 1/2 litro di acqua entro 1-2 ore dal termine della donazione, ma la quantità può essere elevata ad 1 litro durante la stagione estiva o per quei donatori che per motivi di lavoro o attività fisica hanno profusa sudorazione. Evitare di fumare o bere alcolici per almeno un'ora dopo la donazione. Il giorno della donazione osservare il riposo ed evitare sforzi fisici come previsto nell'art. 17 del Decreto 15 Gennaio 1991. "Non può essere ammesso al prelievo il donatore addetto a lavori pesanti o di particolare impegno qualora non possa fruire di almeno 24 ore di riposo dopo il prelievo". Con ciò s'intendono non solo le attività comportanti impegno fisico, ma anche quelle che richiedono attenzione ad esempio guidare autobus, camion, ecc.

 

Complicanze della donazione

Normalmente la donazione di sangue ed emocomponenti è ben tollerata, tuttavia occasionalmente possono insorgere eventi sfavorevoli legati alla donazione.
Lipotimia: ( o sindrome vaso-vagale) è la reazione più frequente caratterizzata da sudorazione, pallore, vertigine, rallentata frequenza cardiaca e talvolta perdita di coscienza; è causata generalmente da fattori psicologici (vista del sangue o dell'ago o emotività).
Ematomi: talvolta nella sede di prelievo possono verificarsi dei travasi di sangue sotto la cute che si riassorbono spontaneamente al massimo in 15 giorni : possono essere causati da una difficoltosa venipuntutura oppure dal fatto che il donatore, al termine della donazione, ha piegato il braccio con forza esercitando una contrazione muscolare forte con distacco del tappo emostatico che si forma normalmente sulle ferite; si manifestano con rigonfiamento, comparsa di colore violaceo, eventualmente dolore.
Bruciore nella sede di venipuntura: accade nella fase iniziale del prelievo ed è dovuto alla presenza sulla punta dell'ago di una piccola quantità di anticoagulante che è immediatamente asportata dal fluire del sangue, oppure quando il prelievo offre presenza di difficoltà; raramente si hanno contrazioni e spasmi muscolari: compaiono talvolta in seguito a perdita di coscienza oppure nei donatori ansiosi ed emotivi che tendono ad effettuare atti respiratori troppo frequenti.
Molto rara è la comparsa di forte dolore irradiato al braccio o alla mano: è dovuto al contatto dell'ago con tessuti nervosi o tendinei.
Rarissime le complicanze cardiache.
Nel caso di procedure aferetiche la complicanza più frequente è la reazione dovuta all'anticoagulante che può causare sensazione di formicolio alle labbra o al viso o alla punta delle dita della mano e talvolta senso di freddo generalizzato per modesta e transitoria riduzione del calcio nel sangue correggibile con la somministrazione di calcio alla comparsa dei sintomi.
Il donatore deve informare immediatamente il medico della sala prelievi o gli infermieri di qualunque disturbo che si verifichi in corso o al termine della donazione e segnalare anche quelli accusati nei giorni successivi purché inerenti la donazione.

 

indietro

 

47. Qual è il percorso del sangue donato?

 

Presso l'Unità di Raccolta di San Felice Circeo è possibile effettuare la donazione di sangue intero. Per la donazione di plasma e di piastrine (queste ultime tramite la metodica dell'aferesi) è possibile presso i Punti di Raccolta di Latina, Cisterna di latina, Terracina e Formia. Ciò che si ottiene da queste procedure sono: il sangue intero , il plasma da aferesi e le piastrine da aferesi che seguiranno poi strade diverse per utilizzi diversi.

 

Il sangue intero
L'unità di sangue intero prelevata è trasferita nel settore frazionamento/produzione emocomponenti ed in breve tempo lavorata e scomposta negli emocomponenti definiti di primo livello.
Il Servizio Trasfusionale utilizza per questa produzione metodiche di tipo "meccanico".
E' effettuata innanzi tutto una centrifugazione della sacca di sangue intero tramite l'ausilio di centrifughe di grosse dimensioni. Questo permette che i vari emocomponenti (emazie, plasma, piastrine e globuli bianchi) per gravità (legata al peso di ognuna di queste componenti) si sedimentino in tre strati sovrapposti all'interno della sacca di raccolta. A questo punto utilizzando delle macchine automatiche con sensori ottici si ottiene, mediante un'azione meccanica di spremitura, il passaggio delle varie componenti del sangue dalla sacca di partenza alle sacche satelliti collegate.
L'introduzione, ormai da molti anni, delle sacche in plastica ha permesso, partendo da un'unità singola, la produzione di diversi emocomponenti consentendo l'effettuazione di una terapia più mirata nei confronti del malato e rispondendo con una sola donazione alle necessità trasfusionali di più pazienti. Gli emocomponenti che si ottengono da tale procedimento sono: emazie concentrate deleucocitate, plasma da scomposizione e buffy-coat ricco in piastrine. Le emazie concentrate deleucocitate (cioè i globuli rossi ottenuti dalla donazione e privati della gran parte dei globuli bianchi) sono utilizzati nella terapia delle anemie per aumentare il trasporto dell'ossigeno. Hanno una durata di 42 giorni grazie alle soluzioni conservanti che sono aggiunte durante la preparazione e che sono presenti nella sacca satellite. La conservazione deve avvenire a 4 gradi in apposite frigoemoteche termocontrollate automaticamente.
Il plasma da scomposizione è immediatamente immagazzinato in congelatori speciali che abbassano velocemente la temperatura consentendo il congelamento in tempi brevissimi. Il congelamento è indispensabile per mantenere efficaci i fattori della coagulazione presenti nel plasma. La durata di conservazione è teoricamente illimitata anche se è considerata di un anno (ma è sempre utilizzato prima!). L'indicazione alla trasfusione di plasma è di aumentare il livello dei fattori della coagulazione in pazienti con dimostrata carenza degli stessi. I buffy-coat hanno necessità di un'ulteriore lavorazione prima di essere utilizzati. La quantità di piastrine raccolta in un unico buffy-coat (e quindi da un'unica donazione) infatti non è sufficiente per avere un risultato terapeutico; occorre riunire almeno otto unità singole da buffy-coat per avere un preparato che abbia efficacia nella terapia. I buffy-coat singoli o già riuniti in un concentrato di piastrine (definito pool di piastrine) si conservano in un'apposita apparecchiatura che mantiene gli emocomponenti a 22 gradi costanti ed in continua agitazione. La durata di questi emocomponenti è di soli 5 giorni. Si trasfondono piastrine per correggere o prevenire emorragie associate a carenza numerica o funzionale delle piastrine.

 

La plasmaferesi e la piastrinoaferesi
Mediante l'ausilio di una speciale apparecchiatura (il separatore cellulare) si raccolgono le unità di plasma da aferesi e di piastrine da aferesi. Con questa metodica se le indicazioni ed i modi di conservazione sono identici rispetto agli analoghi plasma da scomposizione e buffy-coat/piastrine è evidente che diverse sono le quantità raccolte e, soprattutto nel caso della piastrinoaferesi, questo vuol dire che in caso di terapia il paziente ha un'esposizione alle caratteristiche di un solo donatore e non di otto, aumentando l'efficacia terapeutica in generale e diminuendo uno dei rischi della trasfusione e cioè l'immunizzazione. Bisogna ricordare infatti che la trasfusione ha le caratteristiche di un trapianto (di cellule) e quindi mette a contatto dell'organismo del paziente componenti che sono, per quanto testati e scelti, diversi dai propri.
Finora abbiamo parlato degli emocomponenti che sono definiti di primo livello. Di questi solo il plasma e la plasmaferesi non necessitano di ulteriori lavorazioni, almeno presso il Servizio Trasfusionale. Va ricordato infatti che gran parte del plasma è inviato all'industria convenzionata che tramite lavorazioni più sofisticate estrae dal plasma gli emoderivati (albumina, fattori della coagulazione concentrati, immunoglobuline) che sono poi restituiti alla nostra Azienda Ospedaliera per le terapie e gli usi necessari ai vari Reparti. Spesso gli altri emocomponenti (emazie, piastrine, piastrinoaferesi) necessitano invece di ulteriori lavorazioni: la filtrazione, l'irradiazione, il lavaggio. Queste procedure si rendono necessarie quando la trasfusione di emocomponenti standard ha causato effetti indesiderati (reazioni trasfusionali, febbrili, allergiche, ecc.) o per prevenire alcune complicanze della trasfusione (infezioni da citomegalovirus, immunizzazione leucocitaria, ecc.). Si producono così, con una o più lavorazioni associate, gli emocomponenti di secondo livello. Mentre nel settore di produzione degli emocomponenti è effettuata la preparazione degli stessi con inizio immediato dopo il prelievo al fine di lavorare su unità freschissime e mantenerne così al meglio le caratteristiche, nel settore sierologia si effettuano tutte le indagini necessarie per validare le unità. Per validazione s'intende la valutazione di tutti quei parametri necessari (anche per legge) per considerare una donazione trasfondibile. S'intende pertanto la normalità di alcuni parametri (esame emocromocitometrico e transaminasi) e la negatività per la presenza di virus trasmissibili con il sangue (HIV1/2, HCV, HBV ecc.). Nell'attesa di questi risultati tutte le unità preparate sono immagazzinate secondo le caratteristiche prima descritte in apposite emoteche di quarantena. Solo successivamente alla validazione (ed eliminazione delle unità non risultate idonee) le unità sono trasferite nelle emoteche di attesa (assegnazione) a disposizione delle necessità trasfusionali dei pazienti. Il Reparto segnala una necessità trasfusionale per un paziente inviando al Servizio Trasfusionale una richiesta cartacea con indicata la diagnosi e le condizioni dello stesso ed accompagna a questa un campione di sangue per le prove di laboratorio necessarie. Il Medico del Servizio Trasfusionale valuta l'appropriatezza della richiesta, si consulta se necessario con il Collega del Reparto, sceglie dalle emoteche l'emocomponente più idoneo per la necessità. In collaborazione con il Personale Laureato e Tecnico del settore prove di compatibilità e/o assegnazione si eseguono le prove di laboratorio necessarie per valutare la compatibilità del sangue da trasfondere con il sangue del paziente ricevente e solo dopo il risultato favorevole di queste analisi procede all'evasione della richiesta inviando al Reparto ed al letto del malato l'emocomponente necessario alla terapia.
Spero con queste righe di avere sintetizzato un percorso delicato che racchiude in sé professionalità e competenze, che richiede conoscenze tecniche sofisticate ed abilità artigianale, attenzione al donatore ed al ricevente ma che in realtà pur se mediata dai progressi scientifici della medicina moderna collega il braccio del donatore al braccio del paziente come direttamente avveniva in un passato poi neanche così tanto lontano.

 

indietro